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Tra le eccellenze della Sicilia

di Redazione

Cinquantasei case di cura, con 4 mila 193 posti letto e seimila lavoratori tra personale sanitario medico e non medico che garantisce un’assistenza sanitaria di qualità. La mappa delle strutture sanitarie private, secondo un’analisi dettagliata con Barbara Cittadini, Presidente regione Sicilia Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata

La Redazione  SaluteIN

Tra le eccellenze sanitarie in Sicilia emerge la realtà  dell’ospedalità privata accreditata. La rete delle 56 case di cura, con 4.193 posti letto e seimila lavoratori tra personale sanitario medico e non medico, che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con passione, dedizione e professionalità, rappresenta un grande ospedale sul territorio, che offre un’assistenza sanitaria di qualità. Ogni anno vengono fornite 200 mila prestazioni, circa il 15 per cento delle prestazioni ospedaliere complessive regionali. Numeri che premiano gli sforzi degli imprenditori della Sanità privata dell’Isola, impegnati da anni in un progetto di promozione della qualità, per garantire una risposta assistenziale alla domanda di salute dei cittadini, con una medicina all’avanguardia. Un progetto che vede impegnata l’Aiop, l’associazione alla quale aderiscono le case di cura.

A presiederla è Barbara Cittadini, presidente del consiglio di amministrazione della clinica Candela di Palermo, imprenditrice convinta della necessità di dovere dare un contributo per far sì che, in Sicilia, si inneschi un reale processo di sviluppo economico e sociale.

Dottoressa Cittadini, qual è il ruolo del privato nel settore sanitario?

Rivendico, con orgoglio, l’importanza di un settore, quello della sanità privata, che in Sicilia guarda con impegno e partecipazione allo sviluppo del territorio, con un’attenzione, sempre elevatissima, alla domanda di salute della collettività. Non si può e non si deve perdere di vista, infatti, che il nostro lavoro quotidiano è rivolto alla comunità. Noi ci adoperiamo, ogni giorno, per dare una risposta efficiente ed efficace al bisogno di salute dei cittadini e lo facciamo in collaborazione con le strutture della sanità pubblica. La nostra non è un’offerta di prestazioni sanitarie che nasce solo dalle nostre capacità e dalle nostre riflessioni, ma è il prodotto, attento e studiato, di una sinergia con tutti i protagonisti che operano nel ‘pianeta sanità. La Salute è un bene prezioso per l’individuo e l’ospedalità privata si è impegnata in un percorso di ‘promozione della qualità’, che ha portato a dei risultati davvero eccellenti, anche rispetto alle altre Regioni italiane: tutte le strutture hanno completato il processo di accreditamento istituzionale e, quasi tutte, hanno ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001.

 Quanto riportato sopra è la dimostrazione che gli ospedali privati siciliani, accreditati dalla Regione, dedicano particolare attenzione al paziente, e che ‘l’etica della qualità’ è alla base dell’attività sanitaria da esse svolta. Negli ultimi anni è maturato un approccio culturale, all’interno dell’ospedalità privata siciliana, orientato non solo al rispetto degli standard delle strutture e delle prestazioni ma, anche, alla corrispondenza tra ‘qualità effettiva’ e ‘qualità percepita’ dai fruitori dei servizi. E’ mutata l’attenzione del mondo sanitario alla valutazione della ‘qualità della vita percepita’ dal paziente, sia come misura di esito nella valutazione dei trattamenti, sia come dimensione eticamente imprescindibile per migliorare il rapporto medico-paziente.

L’Organizzazione mondiale della Sanità  definisce la qualità percepita come la ‘percezione che una persona ha della propria posizione nella vita, nel contesto della cultura e del sistema di valori in cui vive, in relazione ai suoi obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni’. Questo concetto multidimensionale comprende la salute fisica, lo stato psicologico, il livello di autonomia, le relazioni sociali e la relazione dell’individuo con le caratteristiche  predominanti dell’ambiente, dalle quali, pertanto, non si può prescindere.

Le strutture associate all’Aiop svolgono anche un importante ruolo sul fronte della formazione e della ricerca. Sempre di più si parla di rischio clinico e di tutela del paziente. Su questo fronte quali iniziative avete intrapreso?

L’Aiop promuove la formazione continua delle risorse umane, che operano nelle proprie strutture, le quali, a tal fine, hanno avviato, grazie anche a forme di collaborazione con i maggiori Fondi Interprofessionali, percorsi di Formazione Continua E.C.M., in merito a temi centrali quali l’efficacia, l’appropriatezza e la sicurezza delle prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla riduzione del ‘rischio clinico’, nonché alla gestione della comunicazione al paziente, attraverso l’umanizzazione delle cure. Le case di cura associate, attente alle esigenze del paziente, investono, annualmente, risorse non indifferenti nell’acquisizione di apparecchiature medico-diagnostiche all’avanguardia e nella formazione del personale, al fine di consentire alle prestigiose professionalità, che vi operano, di farlo nel miglior modo possibile e di perfezionare, costantemente, la qualità dei servizi offerti. L’attenzione dell’Aiop, al tema della riduzione del ‘rischio clinico’, ha determinato un importante impegno da parte degli ospedali privati, nel raggiungimento di elevanti standard assistenziali, per garantire la massima sicurezza ai pazienti, anche, attraverso la promozione di ‘piani aziendali’ per la gestione del rischio clinico, finalizzati a favorire la ‘prevenzione degli errori sanitari evitabili’ ed il contenimento dei loro effetti dannosi.

Da molti anni le case di cura si preoccupano di garantire al paziente, non soltanto maggiori confort, importanti per rendere accettabili la degenza e le cure alle quali si sottopongono ma, soprattutto, per garantire una risposta efficiente ed efficace alla reale domanda di salute dei cittadini, all’insegna della sicurezza delle cure, in un’ottica di virtuosa integrazione e di collaborazione con gli ospedali pubblici e con le Università. L’Aiop favorisce i rapporti delle proprie strutture con il mondo delle Università, le quali collaborano sia a Master di II livello per il perfezionamento dei dirigenti medici e non medici delle strutture, sia offrendo la disponibilità, attraverso apposite convenzioni con le Facoltà di Medicina e Chirurgia, ad accogliere studenti e laureati. In particolare, sono state attivate forme di collaborazione con le Università degli studi, per lo svolgimento dei tirocini formativi, per i medici specializzandi, che vengono, pertanto, effettuati presso le case di cura, in qualità di sede della scuola di specializzazione. Le strutture private, inoltre, stipulano accordi convenzionali con le Università degli studi, al fine di realizzare progetti di ricerca scientifica per l’innovazione e lo sviluppo.

In questi anni, a causa della limitatezza delle risorse e della necessità di fare quadrare i conti, le case di cure sono state chiamate a pesanti sacrifici economici. Qual è la prospettiva che attende la Sanità privata?

I dati del ministero della Salute certificano che in Sicilia gli standard previsti dalla legge 135/12, la cosiddetta spending review, sono stati raggiunti: non solo dal punto di vista economico-finanziario ma, anche, dal punto di vista strutturale. E’stato, infatti, raggiunto l’obiettivo del nuovo standard, imposto dalla legge Balduzzi, di tre posti letto per acuti per mille abitanti. Dai dati elaborati dal Ministero della Salute, in relazione ai posti letto esistenti ed effettivamente attivati in Sicilia nel 2012, si registra che dal 2009 al 2012 è stata operata una riduzione di circa il 13 per cento dei posti letto complessivi e che i posti letto per acuti sono 15 mila. I numeri contenuti nella relazione di verifica degli obiettivi raggiunti dalle Regioni, elaborata dal Ministero della Salute, confermano che i sacrifici fatti hanno consentito di rispettare il risultato programmato. Questo rappresenta per tutti gli operatori una buona notizia, perché consentirà di potere  lavorare non dovendo operare ulteriori tagli e riduzioni, ma concentrando le risorse e le energie di sistema in una programmazione all’insegna dell’efficienza, con l’obiettivo di garantire ai siciliani un SSR di qualità. E, per altro, si prospettano interessanti iniziative di sviluppo dell’offerta sanitaria, perché, per rispettare lo standard previsto, vanno attivati circa 1.700 posti letto di riabilitazione/lungodegenza (postacuti). L’Aiop, come ha sempre fatto, è pronta a garantire il proprio contributo di idee e kwonhow e a confrontarsi con la Regione per il raggiungimento dei nuovi obiettivi in Sanità.

Quali proposte avanzate alla Regione per dare un contributo concreto all’innalzamento della qualità delle prestazioni?

Continuiamo ad aspettare fiduciosi un progetto per il rilancio della sanità siciliana da parte del Governo regionale. La nostra speranza risiede, anche e soprattutto, nel fatto che chi governa la sanità in questo momento ha una storia, che parla di valori importanti: competenza, merito, professionalità, giustizia, equità, trasparenza. Con perseverante, entusiastico, ottimismo auspichiamo che una simile guida potrà, e, mi permetto di dire, vorrà intestarsi un progetto di reale riforma di un sistema, riconoscendo i meriti di chi, in questi anni, si è adoperato per garantire ai Siciliani un SSR efficiente ed ha consentito alla Sicilia, con lungimiranti sacrifici, di evitare di essere commissariata. Una riforma di un sistema, sostenibile dal punto di vista delle risorse, ma che consente, a chi ha dimostrato di averne la capacità e la volontà, di potere offrire ai siciliani una risposta adeguata alla loro domanda di salute. Una sfida che oggi impone di rilanciare un settore produttivo, che, oramai da troppi anni, vive una condizione di recessione, che, nel medio lungo periodo, non è compatibile con l’efficienza; una sfida che guardi alla sanità non come ad un costo ma, anche, come ad una opportunità di crescita economica, sociale e culturale di un territorio. Ritengo, infatti, che chi governa dovrebbe avere memoria di quanto fatto dal nostro comparto per consentire alla Regione di rispettare quanto previsto dal piano di rientro e di non essere commissariata; dovrebbe considerare che un periodo, lungo sette anni, di misure recessive deprimono un sistema, non consentendogli di esprimere alcun tipo di qualità; bisognerebbe che comprendesse che le riforme di sistema hanno un costo e che si possono fare, solamente, quando si è in grado di sostenerle.

Noi abbiamo la responsabilità di sentirci parte di un sistema sanitario pubblico – perché essere accreditati con la Regione significa essere parte integrante di un sistema sanitario pubblico – che deve occuparsi della salute dei cittadini. Rivendicheremo ancora una volta non solo il diritto di esser parte di questo progetto, ma, soprattutto, la necessità che la nostra Regione ha delle nostre realtà, delle nostre professionalità, della nostra qualità, dei nostri lavoratori. Al Governo regionale, che sappiamo essere attento alle richieste delle categorie, chiediamo di comprendere che le riforme di sistema hanno un costo e che si possono fare, solamente, quando si è in grado di sostenerle e chiediamo, altresì, di valutare, con equità, le proposte di efficienza che le nostre strutture proporranno, per rendere coerente la loro offerta di salute con la domanda che viene dai territori.  La nostra categoria ha la responsabilità di sentirsi parte di un sistema sanitario – perché essere accreditati con la Regione significa essere parte integrante di un sistema sanitario – che ha il dovere di dare una risposta  compiuta alla domanda di salute dei cittadini. Comprendere questa responsabilità significa aver la consapevolezza di esser parte di questo progetto, ma anche impegnarsi affinché  la nostra Regione riconosca il lavoro pregevole ed insostituibile delle nostre realtà, delle nostre professionalità, della nostra qualità, dei nostri lavoratori.

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