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Fotografie (e non solo) fuori dal … Comune

di Redazione

Sarà possibile visitare a Villa Niscemi, insieme all’elegante giardino alle antiche architetture, una originale mostra collettiva di fotografia alla quale è stato attribuito il titolo “Dall’Alba al Tramonto e dal Tramonto all’Alba”.

di Andrea di Napoli

Oltre a poter ammirare l’elegante giardino e le antiche architetture a Villa Niscemi, prestigiosa sede di rappresentanza del comune di Palermo, sarà possibile visitare una originale mostra collettiva di fotografia alla quale è stato attribuito il titolo “ Dall’Alba al Tramonto e dal Tramonto all’Alba”  che propone i risultati dei recenti workshop del direttore artistico Carlo Greco e di diciannove artisti che hanno messo in pratica i suoi consigli.

 Percorrendo il vialetto che attraversa il giardino che conduce alla “casina di caccia”, raggiungo quella che una volta era la rimessa e che adesso è stata adibita a locale espositivo della attuale sede comunale. Per la verità, qualche giorno prima, avevo già tentato di visitare la mostra allestita in questa suggestiva cornice naturale e, nel contempo, istituzionale, ma, a causa di una disinfestazione improcrastinabile, mi era stato gentilmente negato l’accesso al parco.

Non si tratta di una esposizione di opere fotografiche convenzionale, nessun passepartout e nessuna cornice per proteggere le opere separandole fisicamente dall’ambiente circostante, costituito da oggetti comuni come cassette vuote, cerchioni di biciclette e tanti fili per stendere i panni, attraverso i quali si è inteso ricreare l’atmosfera dei luoghi dai quali le immagini provengono. Ricorrere all’ escamotage di collocare le fotografie in un contesto assolutamente coerente coi contenuti trasmessi, in parte funziona. Ma è vero anche che la fotografia non dovrebbe avere bisogno di arredi e suppellettili per veicolare sensazioni e messaggi e per comunicare sentimenti e passioni proprio a coloro che dal soggetto, luogo o persona che sia, si trovano lontano nel tempo e nello spazio.

Tutti i generi fotografici, dal ritratto al paesaggio, dallo spettacolo allo still-life, sono rappresentati in modo apprezzabile nelle centinaia di fotografie che, in bianco e nero e a colori, stampate con tecniche digitali su fogli dei formati più vari e non standardizzati, pendono dall’alto tra la biancheria dei loro autori o si insinuano tra i raggi di una ruota o semplicemente giacciono sparse su un tavolo. Le capacità dimostrate in sede di ripresa dai partecipanti alla collettiva non si limitano alla scelta dei soggetti, ma comprendono la padronanza tecnica nell’affrontare tutte le condizione di luminosità che si possono presentare. Sono stati preparati, come correttamente dice anche il nome della mostra, a scattare “Dall’Alba al Tramonto e dal Tramonto all’Alba”, quindi anche con alcune immagini notturne che mostrano armoniosi bagliori nel buio.

L’art director in persona non era presente quando ho visitato la mostra, ma in questa occasione ho avuto modo di conoscere suo padre, Franco Greco, un autentico fotografo della vecchia scuola con il quale ho potuto parlare di una passione che non diventa mai solo un mestiere ed ho condiviso con lui la nostalgia per quei tempi, neanche troppo lontani, in cui le stampe fotografiche “nascevano” ancora all’interno della camera oscura.

Il grande fotografo Harry Cartier Bresson, per ottenere immagini efficaci ed estremamente personali, suggeriva di inquadrare la realtà ponendo sulla stessa linea l’occhio, la mente e il cuore. La scelta di non ricondurre in nessun modo al loro autore le fotografie della mostra visitata a villa Niscemi, intende sostenere che esse costituiscono parte di un ampio progetto e sono frutto di uno sforzo comune. Ma forse esiste anche una seconda spiegazione: quelle immagini, passando attraverso l’obiettivo, hanno come raggiunto direttamente la carta stampandosi in modo ineccepibile, ma impersonale, non avendo nemmeno sfiorato gli organi vitali dell’esecutore materiale degli scatti.

Esprimo sinceramente profonda ammirazione per il coraggioso esperimento di allestire una mostra fotografica in forma di installazione artistica scenografica, che senza alcun dubbio prima o poi andava tentato. Tuttavia i risultati non sembrano soddisfare a pieno le aspettative, e tutto considerato, preferisco ancora osservare la fotografia di un vicolo con i panni appesi ad asciugare, piuttosto che amareggiarmi di fronte alle martoriate fotografie stese al posto dei panni, o dentro una cassetta come frutta matura.

La mostra aperta al pubblico fino al prossimo 25 luglio, tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.00

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