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‘Ti ho cercata in tutti i necrologi’ Il film di Giancarlo Giannini a Palermo

di Redazione

Nella triplice veste di regista, attore e produttore, l’artista presenta la sua ultima pellicola al Centro sperimentale di cinematografia dei Cantieri Culturali alla Zisa

Di Ambra Drago

Dopo 170 pellicole, quasi 50 anni davanti alla macchina da presa e una vita divisa tra il cinema e il palcoscenico teatrale, Giancarlo Giannini continua a mettersi in gioco. Lui stesso, durante un incontro al Centro sperimentale di cinematografia dei Cantieri Culturali alla Zisa, in presenza di numerosi giovani, ha affermato: “Dovete avere il coraggio di rischiare”. Ed è proprio quello che ha fatto lui.

Ha rischiato molto con questa pellicola e si è sottoposto anche ad un’aspra critica che ha definito la storia surreale e il film difficile da inquadrare in un genere preciso, essendo un mix tra dramma psicologico e thriller. Giannini, nella triplice veste di regista, attore e produttore, ha assistito alla proiezione del film al cinema Fiamma, tutto preceduto da una piccola presentazione della pellicola, dove lo stesso artista ha raccontato come questo lavoro sia stato il frutto di un racconto sentito trent’anni fa e che l’aveva fin da subito affascinato: una vicenda anticonvenzionale, ma che testimonierebbe un inno alla vita e al piacere di vivere, dove si miscelano misticismo e intrigo.

La storia è quella di un becchino, Nikita che viene coinvolto in una partita a poker in una villa fuori Toronto, destinata a cambiare per sempre la sua vita. Perché, per poter estinguere il suo debito di gioco, gli viene proposta una caccia all’uomo: venti minuti lo separano dai creditori che, armati di fucili, hanno il lasso di tempo per stanarlo e ucciderlo.

Una folle caccia all’uomo da cui il protagonista resterà affascinato al punto da farlo diventare un abitudine, fino all’inaspettato incontro con una bella e misteriosa giovane donna, interpretata da Silvia De Santis.

Nel cast, accanto a Giancarlo Giannini, anche il premio Oscar, F. Murray Abraham. Un film complesso, dove i personaggi sono estremi, idonei a trasfigurare la realtà. Nonostante le critiche ricevute in Italia, il film aprirà il festival di Shanghai. “Magari – afferma lo stesso Giannini – fuori riuscirò a essere apprezzato e capito”. Di sicuro va premiato il coraggio dell’artista che, dopo ventisei anni dal suo primo lavoro dietro la macchina da presa, era il 1987 con “Ternosecco”, ha deciso di realizzare questa seconda pellicola, incentrata sul tema della caccia all’uomo presente già in un classico ‘La pericolosa partita’ del 1932, diretto da Irving Pichel ed Ernest B. Schoedsack.

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