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Il sonno…in tutte le lingue del mondo

di Redazione

Il grande fotografo Melo Minnella ha creato un archivio personale composto da un enorme numero di immagini tra le quali ne ha potuto selezionare quarantatre accomunate tra loro da un unico ed inconsueto tema: il sonno

di Andrea di Napoli

Nel corso dei suoi reportage realizzati alle più svariate latitudini in un arco di tempo che copre gli ultimi quarant’anni, Melo Minnella ha selezionato quarantatre immagini accomunate tra loro da un unico ed inconsueto tema: il sonno.

La mostra allestita presso la Galleria del Mare in via Cala n.50 a Palermo potrà essere visitata fino al prossimo 19 giugno.

A suo tempo, e per comprensibili motivi pratici, gli scatti sono stati realizzati utilizzando per lo più un apparecchio reflex. Inoltre il noto fotoreporter ha impiegato materiali sensibili diversi, che vanno dalla pellicola B.&W. tradizionale, al supporto digitale, transitando per la diapositiva.
Le fotografie sono state ristampate di recente in bianco e nero, solo dopo avere considerato il rapporto tra il formato delle opere e lo spazio disponibile che, mi dicono, ha costretto a rinunciare ad esporre almeno un’ altra fotografia.
In occasione sia dei reportage di viaggi che di quelli che riguardano le feste popolari e le manifestazioni religiose, i soggetti di Minnella sono sempre stati colti in momenti intensi e carichi di riferimenti etno-antropologici.

Sprofondando nel sonno ai piedi di un tempio orientale, abbandonando le proprie membra sui gradini di un edificio del sub continente indiano o sulla panchina di un parco centro-americano, gli inconsapevoli soggetti finiscono per assumere delle posizioni contorte e particolari, sostanzialmente incontrollate, nelle quali sembrano diventare essi stessi elementi architettonici inserendosi armoniosamente tra gli arredi urbani.
Al di là dell’aspetto squisitamente estetico, lo stesso Melo Minnella sostiene di avere scorto in quei corpi addormentati lo sconforto di uomini soli e disperati.

Ormai consapevoli della loro vulnerabilità di fronte alle avversità del mondo, che in qualsiasi momento si possono abbattere su di loro, i soggetti dormienti si abbandonano al sonno in luoghi impensabili, affollati ed instabili; dove sostano i treni così come dove transitano gli elefanti, rinunciando in tal modo all’ultima forma di difesa della loro persona che è lo stato di veglia. E restano assolutamente inermi. Ciascuno di essi rappresenta la problematica realtà sociale in cui vive. Tutti insieme formano la categoria dei cosiddetti ultimi, con in comune l’unico ecumenico sogno di un mondo migliore.

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