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Distruggere per ricostruire

di Redazione

Self-Portrait Build. Destroy. Rebuild inaugura il 29 giugno il progetto creato appositamente da Adalberto Abbate per gli spazi delle mostre temporanee della Gam di Palermo, dove prosegue il ciclo di esposizioni dedicate all’arte contemporanea.

In mostra fotografie, sculture, video proiezioni, ma anche oggetti e attrezzi da lavoro, installazioni e opere dai titoli eloquenti come “Catholicism addiction disorder”, “Tutto da rifare”, “Rivolta” che indagano sulla distruzione e la ricostruzione delle idee, sulla rimozione della memoria storica,  sull’assopimento delle coscienze, sui nostri desideri e i nostri silenzi.

Come scrive Marta Sara Crescimanno nel suo contributo in catalogo (edito da Flaccovio, in vendita al bookshop del museo) “che si scelga di distruggere o ricostruire la sola certezza di un individuo sarà comunque  l’individuo stesso come sommatoria risultante dal prima e dal poi, dal sopra e dal sotto, dal pieno e dal vuoto. Il contesto esterno modifica l’essenza di un’identità in totale estraneità dalla coscienza. L’Io che non è più Io, diventa Tu, Egli, Lei e Loro. Ha il sapore del Tutto e l’odore del Niente nell’avanzamento forzato di un processo educativo evolutivo che non smette di rigenerarsi da macerie in macerie.”

La mostra rimane aperta fino al 2 settembre ed è visitabile secondo gli orari della GAM, tutti i giorni tranne il lunedì dalle 9.30 alle 18.30 (ultimo ingresso un’ora prima).

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