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Mafia, decapitata cosca agrigentina: 49 arresti

di Redazione

Un altro durissimo colpo alla criminalità organizzata, questa volta portato ad un mandamento mafioso in fase di costruzione nella provincia di Agrigento.

 

di Giulia Noera 

 

Qui gli uomini della Squadra mobile della città dei templi e quelli della sezione anticrimine di Palermo hanno portato a termine 47 dei 49 provvedimenti restrittivi richiesti dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia Vittorio Teresi, da Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli, due persone al momento risultano latitanti.
I comuni interessati dall’operaione sono stati Porto Empedocle, Agrigento, Sambuca di Sicilia e Siculiana, 6 persone sono state raggiunte dal provvedimento direttamente in carcere.
A finire in cella sono stati tutti i mafiosi che gravitavano attorno a due importanti boss agrigentini finiti in carcere qualche tempo fa: uno è Giuseppe Falsone, l’altro è invece Gerlandino Messina.
L’operazione è stata denominata “Nuova Cupola”, fra i volti noti della malavita agrigentina finiti in manette ci sono Leo Sutera di Sambuca di Sicilia, professore di educazione fisica uscito di recente dal carcere dopo oltre 10 anni, Fabrizio Messina, fratello minore del noto boss, gli imprenditori Francesco Ribisi di Pama di Montechiaro e Alfonso Tuttolomondo legato al mondo del cemento e del calcestruzzo, coinvolto anche un agente di polizia municipale: Rosario Bellavia ed i fratelli Romeo di Porto Empedocle e vicinissimi all’entourage di Gerlandino Messina.
A parlare dell’operazione è stato il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno: “Volevano ricostruire un mandamento ma la Dda è arrivata prima, è un risultato importante arrivato al culmine di un’indagine partita nel 2010. Il monitoraggio dei mafiosi della zona – ha specificato Bisogno – dopo l’arresto di Messina e Falsone consentito di osservare movimenti ed evoluzioni che sfociavano spesso in estorsioni e rapine”. 

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